I Patti Lateranensi.
Con le elezioni del 6 aprile del 1924, che si svolsero in un clima di tensione la lista fascista riuscì ad ottenere il 64,9% dei voti concentrati prevalentemente nel Centro-Sud. Di fronte alla vittoria dei fascisti ed ai metodi usati si oppose il socialista Giacomo Matteotti con un suo discorso, dopo il quale scomparve il 10 giugno e assassinato da un gruppo di squadristi che si definivano fascisti puri nel agosto del 1924. Nel paese si produsse una dura reazione morale, che portò i deputati dell'opposizione tra cui Giovanni Amendola e Alcide De Gasperi ad abbandonare i lavori della camera dando luogo al cosiddetto << Aventino >>.
A questo punto sembrava che il fascismo stesse per scomparire ma Benito Mussolini il 3 gennaio del 1925 fece un discorso alle camere, nel quale si assunse tutta la responsabilità storica e politica dell'accaduto,
rinsaldò le fila fasciste e chiuse definitivamente il discorso di collaborazione con i liberali, avviandosi verso la costituzione della dittatura e di un regime totalitario.
Il carattere della dittatura divenne aperto e palese nel biennio 1925-26, nel quale con lo scioglimento di tutti i partiti e con una repressione poliziesca si spazzò via quella continuità formale tra Italia liberale e Italia fascista. Molti oppositori tra cui Giovanni Amendola furono picchiati dagli squadristi, altri come il comunista Antonio Gramsci e il popolare Alcide De Gasperi furono arrestati, ed altri furono mandati in esilio come Nitti, Sforza, Sturzo, Turati e Salvemini.
Il Re conservò il titolo di Capo dello Stato e delle Forze Armate, ma nonostante ciò fu solo Mussolini Capo del Governo e della Milizia ad essere l'unico ad avere un ' autorità illimitata.
Il senato e la camera mantennero il potere legislativo ma nel 1929 la camera dei deputati fu trasformata in camera delle corporazioni. In pratica in Italia si instaurò un regime dittatoriale con a capo un solo uomo: Mussolini, che assunse tutti i tre fondamentali poteri, quello esecutivo, quello legislativo e quello giudiziario anche se l'unico che poteva scegliere il capo del governo ed i senatori era il Re, ma questi doveva sceglierli tra le fila del partito fascista, inoltre il parlamento perse le libertà democratiche.
Fin dalla sua costituzione il regime fascista cercò di controllare tutti
gli aspetti della vita dello stato identificandosi con esso ed identificando lo stato con il singolo cittadino. Il Partito fascista si prefisse quindi di realizzare un regime totalitario, cercando di invadere ogni aspetto della vita senza però riuscire in realtà nel suo intento, perché in venti anni non riuscì a cambiare la profonda cultura del
popolo italiano e perché fu costretto a convivere con due istituzioni che conservarono sempre la loro identità. Queste furono la chiesa e la monarchia che fecero assumere al regime fascista il nominativo di
totalitarismo imperfetto. Infatti nonostante non avesse alcun potere il capo dello stato rimase una figura distinta da quella del capo del fascismo, che in questo modo non raccolse in se tutte le caratteristiche del capo assoluto. Per quanto riguarda i rapporti con la chiesa il partito fascista venne costretto ad accettare una convivenza e una riappacificazione, consapevole della forza di questa istituzione. L'11 febbraio 1929 tra Mussolini ed il cardinale Gasparri venne firmato un Concordato, che prese anche il nome di Patti Lateranensi con i quali il pontefice Pio XI riconosceva Roma come capitale del Regno d'Italia, e il governo italiano riconosceva come vero e proprio stato indipendente la Città del Vaticano riconoscendo come religione di stato la religione Cattolica.
La propaganda fascista per accrescere il prestigio del regime cercò sempre di presentare L'Italia fascista come l'erede della Roma Imperiale e cioè come il paese che dopo duemila anni ne rinnovava i trionfi. A
questo scopo il mare mediterraneo fu richiamato Mare Nostrum per rievocare l'intenzione di dominare di nuovo tutto il mediterraneo e il capo del governo prese il nome di DUCE perché con questo nominativo
venivano identificati nell'antica Roma i generali vittoriosi.
Venne poi introdotto il saluto romano cioè quello con la mano destra alzata, che era il saluto che le legioni romane riservavano ai loro capi. Nel campo
sociale il partito fascista si preoccupò di inculcare la sua ideologia nella gioventù attraverso l'Opera nazionale balilla ed in seguito la Gioventù italiana del littorio (GIL), ed i Gruppi universitari fascisti (GUF) per la formazione degli universitari. Ogni primato raggiunto dagli Italiani venne utilizzato per aumentare il prestigio e la popolarità del fascismo ed un esempio furono i Campionati Mondiali di Calcio vinti dall'Italia nel 1934 e nel 1938. Mussolini inoltre essendo stato direttore di giornale e giornalista era cosciente dell'influenza che
potevano avere i mezzi di comunicazione, così mise sotto controllo la stampa che poteva solo parlare di ciò che le segnalava il partito fascista e si occupò poi di diffondere l'ideologia fascista attraverso i nuovi mezzi di comunicazione emergenti quali la radio ed il cinema.
Il ruolo della donna venne esaltato perché essa doveva proliferare per dare alla patria numerosi soldati. Nel campo culturale molti intellettuali furono perseguitati per non fare diffondere certe idee e solo pochi in effetti poterono lavorare liberamente pur essendo oppositori del regime fascista, come nel caso del liberale Benedetto Croce, mentre altri furono arrestati o esiliati. Molti professori furono costretti ad effettuare un giuramento di fedeltà verso il partito fascista e nel campo dell'istruzione si preferì potenziare l'istruzione umanistica a scapito di quella scientifica e fu introdotto il sistema scolastico (c.d. Riforma Gentile).
Nel campo economico la politica di Mussolini si basò sulla creazione di una moneta forte e di un'economia autarchica. La moneta forte da una parte metteva l'Italia in condizione di ricevere facilmente prestiti dagli altri paesi, ma procurò un mancato sviluppo in una parte dell'industria italiana che si occupava delle esportazioni, favorendo tutte quelle industrie dedite alla produzione di consumi interni al paese e quindi tutte quelle industrie cosidette pesanti. La politica autarchica consistette quindi in una politica di autosufficienza nella produzione e nel consumo dei beni, all'interno di un sistema più ampio, cioè la "terza
via" tra capitalismo e socialismo di stato, questo fu il corporativismo. Questo sistema ebbe fortuna anche all'estero in conseguenza della crisi del 1929, e il Fascismo lo seppe sfruttare a fondo per i suoi scopi
propagandistici. Una questione di particolare importanza fu quella del grano, nella quale il regime fascista cercò di favorire la produzione di questo alimento, per raggiungere l'autosufficienza alimentare e
a questo scopo si cercarono anche di recuperare territori paludosi, bonificandoli e rendendoli coltivabili, come nel caso delle Paludi Pontine, in Maremma e nel Veneto.
Sostanzialmente la politica economica finì per indebolire soprattutto il sud perché, l'economia era basata soprattutto sull'agricoltura e poiché l'autarchia non favoriva le esportazioni, e il reddito dei contadini e dei lavoratori venne notevolmente indebolito. La povertà dei contadini meridionali fu causa di migrazioni interne dal sud verso il centro ed il nord e si calcola che ci furono circa 2 milioni di persone che emigrarono.
Giovanni Ceglia
giovanniceglia@xungame.com