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Primi passi verso la nascita e l'ascesa del Fascismo.


Le nuove elezioni avevano aperto un periodo di instabilità ministeriale ed avevano interrotto la lunga egemonia dei liberali che si trovarono costretti per formare il governo a chiedere l'aiuto sia dei cattolici che dei socialisti.

Nitti fu costretto a dimettersi e prese il potere di nuovo Giolitti nel 1920. Giolitti intanto in parlamento nel suo tentativo di indebolire il potere dei socialisti e dei popolari cercò di dare importanza ai Fasci di Benito Mussolini che aveva avanzato un programma anticapitalista, anticlericale, antimonarchico, antistatalista, consono al clima dell'immediato dopoguerra ed unendo ad esso un accesso nazionalismo, con il quale reclamava la vittoria italiana e dell'elemento combattentistico. Il movimento ispirato da Benito Mussolini si presentava bene nel rispondere a tutte le delusioni che si erano create dopo la fine della Prima Guerra Mondiale, per i risultati della conferenza della Pace, la quale aveva imposto il rispetto dei confini, deludendo quindi le aspettative di espansione ed  esasperando le idee nazionaliste.

La difficile situazione economica, dovuta alla svalutazione della moneta ed alle tassazioni imposte ai ceti medi, che erano già gravati dal blocco dei fitti degli immobili e dei beni fondiari, la politica passiva di Giolitti nei confronti degli scioperi e la crescente disoccupazione, avevano favorito l'adesione al movimento di Mussolini di vari elementi disparati come i nazionalisti,  i pragmatisti, i soreliani, gli anarco-sindacalisti, i futuristi e tutti coloro che non vedevano una risposta ai loro problemi nella politica dei liberali o in quella dei cattolici-socialisti.

Alle origini il movimento fascista fu composto da un insieme di forze
eterogenee, senza un carattere politico ben definito, determinato in ogni caso a dare al paese un "nuovo ordine" che la classe politica al potere sembrava incapace di realizzare. In seguito all'intensificarsi delle occupazioni, degli scioperi e delle manifestazioni di protesta, sul finire del 1920 inizierà il cambiamento politico e di indirizzo dei fasci e del loro fondatore.



Infatti i principi e le dottrine del movimento fascista, più che come valori assoluti,   valevano come espediente tattico per consentire al fascismo di crearsi il suo serbatoio di consensi, approfittando ed avvalendosi di tutti i motivi di malcontento e di disorientamento vivi nel paese: dal desiderio di azione creato nelle generazioni dal clima della guerra al sentimento di rivolta degli ex combattenti contro quanto ai loro occhi sembrava avvilire la patria; dai fermenti nazionalistici alimentati dal mito della <vittoria mutilata> alla crisi dello stato
liberale.

Difatti i fasci si avvicineranno sempre più a linee nazionaliste e radicali che sfoceranno nel loro coinvolgimento nelle ben note azioni di forza contro gli operai e comunisti del neo partito fondato da Gramsci, che nel cosidetto biennio rosso (1919-20) occuparono molte fabbriche ( specialmente nel nord Italia ) paralizzando e impaurendo i ceti imprenditoriali che moderatamente appoggiavano i fascisti. Queste violenze di entrambe le parti portarono il favore dei liberali e dei moderati come Giolitti verso il movimento fascista. I ceti medi e i grandi latifondisti agrari utilizzarono i fasci come strumento di lotta dei movimenti sindacale, socialista e popolare, inviandoli a compiere spedizioni punitive ai danni di militanti o di ambienti, spesso beneficiando della tolleranza o della connivenza degli organi di governo e di polizia.

Tuttavia il primo tentativo di presentarsi alle elezioni di Benito Mussolini fu fallimentare, infatti nelle elezioni del novembre del 1919 riuscì ad ottenere soltanto poche migliaia di consensi nell'unica lista presentata a Milano.

Da questo momento però il movimento fascista assunse definitivamente la sua caratteristica di movimento antisocialista e l'esaltazione dell'azione diretta portò alla nascita delle squadre d'azione, che dovevano indossare la camicia nera, che in guerra era il distintivo dei reparti d'assalto.

Le squadre d'azione avevano l'obiettivo appunto di muoversi all'assalto delle organizzazioni politiche e socialiste operaie.



Giovanni Ceglia
giovanniceglia@xungame.com


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