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L'Entrata in guerra degli Stati Uniti D'America.


Intanto stavano per entrare in guerra, anche gli Stati Uniti che il 14 Agosto del 1941 firmarono in un incontro su una nave tra Churchill e Roosevelt, la Carta Atlantica che delineava i principi in base ai quali si sarebbe dovuto ricostruire il mondo dopo la disfatta di Hitler. Il pretesto agli Stati Uniti per entrare in guerra, fu fornito dal Giappone che il 7 dicembre del 1941, che fece un attacco a sorpresa alla flotta americana ancorata a Pearl Harbour, nelle isole Hawaii. L'attacco Giapponese fu un attacco a tradimento, perché venne effettuato, mentre l'ambasciatore del Giappone fingeva di trattare in Usa; la flotta Americana fu quasi annientata, ed in aiuto del Giappone, dichiararono guerra agli Stati Uniti anche l'Italia e la Germania.

Intanto l'offensiva tedesca in Russia riprese nella primavera del 1942, fino all'estate, quando i tedeschi arrivarono ad insidiare Mosca e Stalingrado, avvicinandosi ai pozzi petroliferi del Caucaso. Verso la metà del 1942 quindi la Germania si era impossessata di gran parte dell'Europa e dell'Africa e i paesi che non furono conquistati quali l'Ungheria, la Bulgaria e la Romania si costituirono governi alleati. In Europa gli unici paesi che rimasero neutrali furono la Svezia, la Svizzera, il Portogallo e la Spagna del generale Franco che dopo avere affrontato una guerra civile, riuscì a tenersi fuori dal conflitto mondiale. In tutti i paesi conquistati dalla Germania nazista vi fu una continua resistenza da parte di gruppi ristretti, che lottavano attraverso la tattica della guerriglia, attaccando cioè a sorpresa i tedeschi e rifugiandosi poi nelle zone impervie e facilmente difendibili come i boschi.

A questo punto della guerra verso la seconda metà del 1942, gli alleati si stavano preparando ad una serie di vittorie che avrebbero cambiato il corso della guerra. Nel giugno del 1942 la flotta Americana riorganizzata e fortificata con l'aggiunta di nuovi mezzi, quali le portaerei che fecero la loro prima comparsa, sbaragliò la flotta Giapponese presso le isole Midway, nell'oceano Pacifico.



Nell'ottobre dello stesso anno le truppe inglesi sconfissero quelle italo-tedesche e costrinsero la Germania e l'Italia in breve tempo ad abbandonare tutto il nord Africa sotto la guida del generale inglese Montgomery. In novembre altre forze alleate, al comando del generale D.Eisenhower, sbarcarono in Marocco ed in Algeria, occupandole facilmente. Nell'inverno del 1942-1943 le truppe sovietiche
inflissero un duro colpo all'esercito tedesco a Stalingrado costringendo circa 200.000 soldati alla resa.

A questo punto gli alleati attuando la stessa tecnica utilizzata dai tedeschi per attaccare l'Inghilterra nel 1940, fecero una serie di bombardamenti a tappeto per colpire l'industria bellica tedesca ed i punti di importanza strategica come porti, aeroporti, e nodi ferroviari. Molte città tedesche furono rase al suolo:

Dresda contò 250.000 caduti mentre Amburgo 30.000 civili. Intanto in Italia il regime fascista si era ormai avviato al tramonto, date le difficoltà di nascondere al paese tutte le sconfitte subite e la crisi economica dopo che gli alleati avevano invaso il 9 luglio del 1943 la Sicilia senza alcuna resistenza.

Il 25 luglio 1943 si tenne a Roma una seduta del Gran Consiglio del Fascismo, che attraverso l'approvazione dell'ordine del giorno di Grandi, che proponeva di restituire al Re la conduzione della guerra, destituì di fatto il Duce. Prontamente Vittorio Emanuele III fece arrestare Mussolini e lo confinò sul gran sasso d'Italia, e formò un governo presieduto dal maresciallo Pietro Badoglio. Costui attuò una tattica doppiogiochista con i tedeschi facendogli credere di voler continuare l'alleanza con loro, mentre alle spalle cominciò una serie di trattative segrete con gli alleati.

L'8 settembre 1943 venne annunciato via radio, che era stato firmato un armistizio con gli angloamericani a Cassìbile, in Sicilia. Per timore delle rappresaglie tedesche, il Re, il governo e gli alti comandi abbandonarono Roma e rimasero solo i soldati italiani a combattere contro le truppe naziste.

Solo il 13 ottobre, il governo di Badoglio dichiarò guerra alla Germania. L'Italia meridionale venne nel frattempo liberata dagli alleati, dove si costituì il governo dell'Italia libera, sbarcati prima a Reggio Calabria e poi a Salerno (operazione avalanche).

L'esercito italiano fu lentamente ricostituito e proseguì per i seguenti
due anni nella lotta alla Germania. Nell'Italia del centro-nord dopo che Mussolini era stato liberato dai nazisti dopo l'8 settembre del 1943, venne creata da Mussolini stesso la Repubblica Sociale Italiana (RSI) o detta anche repubblica di Salò dal nome della cittadina sul lago di Garda dove ebbe sede il governo.

I motivi che spinsero molti alla resistenza organizzata dai Comitati di Liberazione Nazionale nel nord Italia furono vari. La resistenza in pratica si trasformò in una lotta interna alle popolazioni del nord Italia fra quanti si allearono con i tedeschi e quanti invece gli furono contro. Il Re annunziò il suo proposito di abdicare in favore del figlio Umberto non appena Roma fosse stata liberata. Badoglio allora poté formare un governo con esponenti dei partiti del C.L.N. fra cui Palmiro Togliatti per i comunisti, Alcide De Gasperi per i democristiani, Piero Nenni per i socialisti stabilendosi provvisoriamente a Salerno.

Giovanni Ceglia
giovanniceglia@xungame.com


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